venerdì 29 novembre 2013

Tra la dimensione del “fare” e del “fare virtuale”

Le attività espressive di tipo grafico-pittoriche sono sempre state tra le preferite e utilizzate da scuole ed associazioni nei laboratori creativi. Il bambino “facendo” attraverso varie tecniche, inventa, crea, impara e acquisisce nuove competenze.

Chi si è occupato proprio di questi aspetti, apportando un forte contributo a questo tipo di sperimentazione a livello didattico, è stato Bruno Munari.

Chi è Bruno Munari?

Per tutti coloro che non si sono ancora avvicinati a questa figura, Bruno Munari è stato artista, designer, e pedagogo intuitivo.

La sperimentazione di laboratori creativi incomincia dalla fine degli anni 70’ e la sua metodologia didattica è ancora oggi attivissima.

Il laboratorio, secondo il Metodo Munari, rappresenta un luogo di creatività, libertà, sperimentazione, scoperta ed apprendimento attraverso il gioco, dove sviluppare la capacità di osservazione ed imparare a guardare la realtà che ci circonda con tutti i sensi per meglio conoscerla.
La sua metodologia consiste in una “pedagogia attiva”, dove viene proposto il fare: sperimentare, cercare e scoprire da soli, in modo autonomo.

Bruno Munari diceva, citando un proverbio cinese:

“Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”


In un video del 1990 Bruno Munari, con la sua curiosità verso le tecniche artistico ed espressive, aveva intuito la potenzialità del computer come strumento didattico per la tecnica del collage. Mi sono così accorta che le due realtà, quella manuale e quella virtuale, non sono poi così lontane...


“Giocare con l’Arte” Bruno Munari, 1990 - guarda il video su YouTube
(Dal disegno al collage virtuale)



Fonti:
I Laboratori Bruno Munari